Alzando gli occhi al cielo l’uomo si è sempre trovato di fronte a questo mistero chiamato Universo. Un mistero che ha sempre cercato di comprendere, studiare. Per questo scienze come la cosmologia e la cosmogonia sono antiche e se ne può trovare tracci già fra gli Antichi Greci. Certo come molti altri settori – si pensi ad esempio alla stampa digitale e alla rivoluzione che l’ha riguardata rendendola alla portata di tutti – la tecnologia e l’innovazione collegata all’avvento di Internet e alla digitalizzazione hanno apportato modifiche sostanziali e miglioramenti, dotando gli scienziati di strumenti e mezzi sempre più precisi e in grado di fornire dati sempre più copiosi e dettagliati.
I babilonesi furono fra i primi a proporre modelli per studiare l’universo, i modelli astronomici. Questi modelli vedevano l’universo come un disco piatto appoggiato sopra a una grandssima distesa d’acqua. Questi modelli anticiparono le mappe di Anassimandro ed Ecateo di Mileto.
I filosofi greci cercarono di sviluppare loro modelli basati sullo studio dei moti dei corpi celesti. Il primo modello noto in tal senso è quello proposto da Eudosso di Cnido in cui, secondo l’interpretazione di Aristotele, le sfere celesti ruotano eternamente con moto uniforme attorno a una Terra immobile. Aristarco di Samo fu il primo a proporre un modello basato sulla centralità del sole.
Il modello cosiddetto aristotelico durò per circa due millenni, fino a quando Copernico riportò in auge la teoria di Aristarco con il mo la terra che ruotava sul proprio asse e il Sole al centro dell’Universo.
La cosmologia fisica dell’era moderna arrivò con Einstein che per primo applico la sua teoria generale della relatività per modellare strutture e dinamiche dell’universo.